My Live
27-11-2015:
Recensione Fear Factory @ Magazzini Generali, 27-11-2015
By IL FEDE
Cosa può esserci di più bello che riscaldarsi con un bel mosh-pit in una fredda serata milanese di fine autunno?
A facilitare le cose stasera ci pensano i cyber metallers Fear Factory, supportati nel loro tour di celebrazione del ventennale di un vero capolavoro del metal moderno, il loro secondo album Demanufacture, dagli irlandesi Dead Label e i losangelini Once Human.
Ad aprire la serata alle 19.15 ci pensa il trio irlandese Dead Label. L’Irlanda non è certamente una terra che sforna molte metal band,per cui è stata una sorpresa vedere la grinta che il chitarrista, il cantante/bassista e la graziosa batterista bionda ci hanno messo. Solida performance anche se di appena mezz’ora per un gruppo che si dice onorato di far parte del bill di questo tour. Piccolo aneddoto, la giovane batterista di nome Claire Percival si è ritrovata un bagarino davanti al tour bus che cercava di venderle dei biglietti,senza sapere che fosse tra i musicisti impegnati nello show. L’ho trovato triste e divertente allo stesso momento,chissà cosa deve aver pensato…Dovrebbe essere la normalità che ci sia posto anche per donne batteriste nel metal, ma non è ancora così, e quindi le poche che lo fanno vengono prese per giovani fans 😀
Continuando a parlare di donne del metal, arriva il momento degli Once Human, band che ha debuttato quest’anno con l’album d’esordio “The Life I Remember”. Nuova discrepanza stavolta davanti al microfono,sempre in senso estremamente(è proprio il caso di dirlo)positivo. Il suo nome è Lauren Hart,originariamente dall’Australia.
Chi si sarebbe mai aspettato che dei lineamenti così dedicati e un corpo così minuto potessero cacciare delle urla così gutturali? Non si può evitare un paragone con gli Arch Enemy. Questo infatti non è il classico gruppo female-fronted da cui ti puoi aspettare,a un certo punto,la ballatona acustica e soavi melodie vocali. No no,qui si sentono scream dall’inizio alla fine,con influenze ora black ora death. Musicalmente siamo in territori melo-death,inframezzati di tanto in tanto da breakdown e groove moderni di stampo Devildriver. Come non citare la presenza sul palco del membro fondatore dei Machine Head ora produttore metal richiestissimo Logan Mader,che sfoggia muscoli e dread come se il tempo non fosse mai passato.
Non poteva pertanto mancare un’ineccepibile cover di Davidian,opening track dell’incendiario debutto dei Machine Head,Burn My Eyes.
I Fear Factory si presentano puntuali on stage alle 21 e senza troppi preamboli si lanciano nell’esecuzione completa del loro album Demanufacture, iniziando con proprio la title-track. Ciò che seguirà saranno i riff clinici e spietati del monolitico Dino Cazares,sostenuti dai ritmi in doppia cassa del nuovo batterista Mike Heller e illuminati da efficaci giochi di luci mono-colore che rendono molto nel contesto delle tematiche trattate. Sul palco anche Tony Campos, bassista che ha recentemente militato nei Soulfly e storico membro degli Static X, e Burton C. Bell, affaticato ormai da anni nelle parti alte ma a suo agio in quelle aggressive. Gli 11 brani si susseguono nell’ordine della tracklist originale, senza chiacchiere tra un pezzo e l’altro, e suonano attuali ancora adesso, soprattutto adesso, vedendo come molti degli scenari surreali descritti nelle loro lyrics sul conflitto uomo-contro-macchina si stanno verificando davanti a noi nell’anno domini 2015.
Finito il Demanufacture set, i FF si assentano brevemente e tornano sul palco per regalarci alcuni nuovi brani tratti dal nuovo album Genexus(“Soul Hacker” e “Dielectric”)e altri classici(“Shock”,”Edgecrusher”,”Regenerate” e “Martyr”).
Qui fra un pezzo e l’altro Burton C. Bell si concede due parole con il pubblico e si sente quanto sia sgolato.
Alle 22.30 giunge la fine e si può senz’altro dire missione compiuta per la Fabbrica della Paura!
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