Intervista a Ovest di Tahiti

di Federico Peloso per andria.news24.City – 25 settembre 2016

Il 18 settembre scorso, a coronamento del loro primo anno di attività artistica, gli Ovest di Tahiti hanno annunciato la pubblicazione del loro primo singolo, “Indifferente”, presente sulla piattaforma SoundCloud e scaricabile da Bandcamp.

Il vostro primo singolo. Siete soddisfatti?

Più che soddisfatti: emozionati! È un traguardo, davvero, non speravamo di arrivarci così in fretta. Sentiamo il dovere di ringraziare Francesco Dettole del FrumStudio Recordings, che si è occupato di recording, mixing e mastering.

Di che parla questa canzone?

Il testo racconta la fine di una storia d’amore, dopo la quale è necessario metabolizzare il dolore nella maniera migliore. La strada scelta dal protagonista è quella di dimenticare la relazione il più in fretta possibile, fino a raggiungere l’indifferenza, anche se sembra impossibile annullare il malessere.

Presentatevi allora!

Abbiamo tutti 19 anni. La nostra voce è quella di Luigi Lafiandra (che suona anche la chitarra acustica), poi alla chitarra elettrica c’è Francesco Porro, al basso Vincenzo Carbutti e alla batteria Lorenzo Coratella. La storia del nostro gruppo è comune a quella di tanti altri ragazzi. Nati quasi per caso, dall’incontro graduale di alcuni amici accomunati dalla grande passione per la musica.

Vi siete dati un nome “esotico”. Da dove viene?

Il nome l’abbiamo preso dal brano “Sulla rotta di Cristoforo Colombo” di Lucio Dalla, in cui il marinaio protagonista racconta di aver incontrato Dio su una nuvola a ovest di Tahiti. Ci è sembrata un’idea suggestiva, e la cover di questa canzone rappresenta uno dei nostri cavalli di battaglia nei live, non solo è un omaggio a Dalla ma anche un modo di ricordarci sempre la scintilla che ha dato il via al nostro progetto.

Siete nati solo nel 2015, e già vantate un curriculum niente male.

Beh, quest’anno siamo usciti vincitori dallo Young Art Fest di Capurso (BA), dopo aver conquistato il secondo posto all’EsserEPerfetto Music Contest di Bari. Poi lo scorso 28 agosto abbiamo aperto ad Altamura lo spettacolo dell’attore Gianni Ciardo, amatissimo qui in Puglia, che ha significato suonare davanti a più di cinquecento persone. L’esperienza di Altamura è stata particolarmente scioccante perché per la prima volta ci siamo trovati su un vero palco di piazza, davanti a centinaia di persone. È andata benissimo, fortunatamente! Ci auguriamo di aver impressionato positivamente, e che qualcuno si sia incuriosito e abbia cominciato, da quella sera, a seguirci: è così che deve funzionare.

Quindi non avete paura di suonare dal vivo.

Adoriamo l’atmosfera del live, anche quando si tratta di occasioni più intime e ristrette. Ricordiamo con piacere la nostra prima esibizione fuori città, in una piccola associazione culturale di Ruvo di Puglia, ma soprattutto il secret concert che abbiamo organizzato il 16 settembre scorso, davanti a un gruppo di trulli immersi nella campagna alle pendici del Castel del Monte – sì, quella è stata una serata magica.

Torniamo ai contest. Cosa ne pensate?

Secondo noi rappresentano tappe artistiche altamente formative, e anche divertenti. Nei contest a cui abbiamo partecipato abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con tanti altri ragazzi, di essere seguiti da persone qualificate e, dal momento che siamo stati premiati, di realizzare qualcosa che per noi sarebbe stato gravoso sostenere. La vittoria allo Young Art Fest, per esempio, ci darà la possibilità di realizzare il nostro primo videoclip con un regista professionista, anche l’EsserEPerfetto ci ha fruttato una registrazione professionale e un sacco di consigli preziosi, quindi che dire? A noi partecipare ai contest non ha portato che bene!

Oltre a Lucio Dalla, che a quanto pare è stato per voi una specie di nume tutelare, a chi vi ispirate?

A tanti. Ci piacciono Niccolò Fabi, Sergio Cammariere, Daniele Silvestri e Giorgio Gaber, ma anche star internazionali come Damien Rice, John Mayer. E i Radiohead. Ci piace l’idea di trarre spunto dai nostri idoli musicali, di considerarli dei modelli di riferimento per il nostro lavoro, tuttavia coltiviamo il desiderio di costruire una nostra identità artistica, che ci permetta di comunicare le nostre emozioni attraverso musiche e brani che suonino totalmente inediti. L’ascolto è fondamentale per un musicista, ma non vorremmo mai essere etichettati come copie di qualcuno. Se ciò dovesse accadere, la considereremmo una grande sconfitta.

Non pensate, a questo punto, che il contesto culturale andriese sia un po’ troppo ristretto per continuare a coltivare i vostri sogni?

Saremmo degli ipocriti a negare che la nostra città offra molte meno opportunità di emergere rispetto a metropoli come Milano o Roma, eppure non ci sentiamo a disagio qui. Andria sta crescendo, oggi sono tante le giovani band emergenti che arricchiscono il panorama musicale locale, quindi vogliamo essere ottimisti. Qui lavoriamo sereni, lontani dall’eccesso di pressioni e di giudizi, riuscendo a sfruttare al meglio le nostre energie e le nostre emozioni. In qualche modo avvertiamo una strana sensazione di sicurezza. Per ora va bene, poi… vedremo!

Il vostro sogno.

Ci piace riprendere un concetto espresso da David Gilmour in un’intervista, quando afferma di voler esser importante nel momento in cui verrà ascoltato. Ci auguriamo di riuscire a catturare la sincera attenzione della gente. Siamo musicisti, ma vorremmo che tutto quello che artisticamente produciamo, dalle note alle parole al modo di porgere tutto questo, possa essere per tutti quello che davvero è per noi: uno strumento di comunicazione, di relazione e di riflessione.

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