Intervista agli Absenthia

In breve, raccontami il passato degli Absenthia.

 

Gli Absenthia nascono come band prog strumentale; l’inserimento dei testi coincide con il desiderio di comporre un concept album ispirato al periodo classico di Roma.

 

Il progetto del concept poi che risvolti ha avuto?

 

L’opera  iniziò con il primo album “In Absentia Lucis” edito nel 2007, anno in cui vincemmo il Rock Targato Italia proponendo proprio i brani del disco, e terminò poi due anni dopo con il secondo lavoro  “Tenebrae Vincunt”.

 

Il passato Absenthia si radica in questa dimensione, intrisa di aneddoti e di storie dell’antica Roma, anche nelle sue varianti successive. Nel 2010 ispirati agli artisti di strada lo abbiamo suonato completamente in acustico, senza ausilio di nessuna amplificazione per chitarra o voce, e il live fu intitolato “In Elektro Absentia”.“Atti Barbarici” invece fu il riadattamento per teatro, alternando i brani a letture di una mia raccolta di scritti e poesie intitolata “I poeti dell’autunno”.

 

Poi avete avuto una lunga pausa.. ci sono state incomprensioni tra di voi?

 

Siamo tornati a comporre nel 2014, dopo tre anni di pausa, ma non per incomprensioni tra di noi, ma causa di problemi (non gravi) di salute di uno dei componenti – ora risolti; nacque una pre-produzione di un nuovo concept incentrato su alcuni avvenimenti del secolo scorso. Questa fu la nostra nuova dimensione.

 

Immagino stiate parlando di Novecento – il disco che abbiamo ascoltato.

 

Si. La realizzazione fu affidata a Luigi Stefanini del New Sin Studio che divise dell’opera in due “atti”, optando in prima battuta per le questioni mediorientali ed asiatiche, lasciando il vecchio continente in un secondo momento.

E così nell’aprile 2016 fu l’esodo sulle piattaforme nazionali del terzo lavoro che porta appunto il nome di “Novecento – Atto Primo“.

 

Ed ora come state procedendo?

 

Ora stiamo lavorando su “Novecento – Atto Secondo” ovviamente, la parte più importante dell’intero concept perché parla delle nostre origini e del nostro futuro – è il tentativo di scoprire quello che saremo attraverso quello che siamo stati.

 

Beh.. i brani di Novecento sono incollocabili se si pensa ad un genere preciso, ma consoni in quello che si può definire un rock-prog concettuale.

 

Si. Ci hai azzeccato in pieno. E ti ringrazio.

 

Aspettiamo l’atto secondo quindi

 

Aspettiamo.. grazie mille e buon lavoro.

L’intervista è finita.. possiamo trarne questo sunto avendo ascoltato le produzioni Absenthia: a dieci anni dalla nascita, pur abbracciando uno stile più essenziale del precedente, i risultati profumano di progressivo e di teatrale.

 

I concept sono ambientati nella storia e parlano dalle grandi tematiche del mondo, ma nel contempo in modo “apparentemente” disinteressato ci portano in una loro dimensione che come dicono loro :” trae energia da semplici storie di vita e di morte”.

 

Novecento è un disco che non passa inosservato, anzi.. ti osserva mentre lo ascolti.

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