My Live – Lordi


My Live

04.03.2015 Lordi:
Recensione Lordi Milano Alcatraz

By Mattia chiappa
Abbrax
Lordi

La calata italiana dei finnici Lordi è avvenuta lo scorso 4 marzo, con la prima tappa all’Alcatraz di Milano, tour che sarebbe poi proseguito a Roma e a Pordenone nei giorni immediatamente successivi.La band di super mostri ha potuto beneficiare di una maggiore affluenza di pubblico rispetto alle precedenti performance – specialmente quella del 2010 ai Magazzini Generali – anche se la venue in configurazione “palco B” si mostrava popolata ma comunque non piena.

I fan pervenuti sono comunque molto eccitati – uno addirittura si è presentato truccato e vestito esattamente come loro – e accolgono con grande calore i cinque musicisti non appena si presentano sul palco, dovuto con ogni probabilità anche a una scaletta molto ammiccante che ha mischiato sapientemente brani del nuovo disco con brani più risalenti e veri e propri classici, senza riservare questi ultimi esclusivamente all’encore come invece sono solite fare molte altre band, anche blasonate.

Come noto, sotto l’aspetto musicale i Lordi traggono ispirazione dai grandi protagonisti dell’hard rock e dell’heavy metal dei primi anni ottanta ma, quanto alle loro esibizioni live, i loro modelli sono artisti come Alice Cooper, Twisted Sister, W.A.S.P. e gli altri esponenti di spicco dello shock rock; non è quindi mancata anche questa volta la corposa componente spettacolare consistente in cadaveri fatti a pezzi, sangue – finto – ovunque (anche sul pubblico), fuochi d’artificio e razzi dagli strumenti, illusionismo e magia.

Complessivamente lo show è durato circa due ore, interrotte solo dagli assoli in cui tutti i membri hanno potuto prodigarsi su gentile concessione del padre-padrone Mr. Lordi.
La qualità dello show è stata sicuramente molto elevata, sia per la parte visiva sia per la parte musicale (ottimo l’audio proveniente dall’impianto); l’unico che è parso un po’ sottotono è stato invece proprio Mr. Lordi, la cui voce già roca è sembrata un po’ affaticata.

Sempre massimo rispetto, in ogni caso, a chi tiene il palco per due ore sotto il peso di enormi costumi e indossando scarpe scomodissime, versandosi addosso litri di sangue finto e sopportando il famigerato calore delle luci di scena.


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